Betwyll in Canada

Il 19 ottobre, in occasione della Settimana della lingua italiana nel mondo, Iuri Moscardi ha presentato la app a Toronto.

Betwyll e il Canada si sono incontrati venerdì 19 ottobre 2018 a Toronto. Come ogni anno, si è infatti appena conclusa la XVIII Settimana della lingua italiana nel mondo, evento organizzato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale con l’Accademia della Crusca, la Società Dante Alighieri e il sostegno della Confederazione elvetica per celebrare la nostra lingua al di fuori dei confini nazionali.

A Toronto, città canadese che ospita da sempre una delle comunità di italiani più numerose al mondo, l’Istituto Italiano di Cultura insieme all’Università di Toronto, l’Università di Toronto Mississauga e la York University hanno organizzato una giornata di studi dedicata al ruolo di educazione che i media hanno esercitato in passato – e continuano a esercitare oggi – per la diffusione e la conoscenza della lingua e della cultura italiana, in Canada e in Italia. Tra gli ospiti era presente anche Iuri Moscardi, invitato per presentare Betwyll. Guarda l’intervista

“Italian Language and Media”: la conferenza

Ai saluti istituzionali di Alessandro Ruggera, direttore dell’Istituto, Salvatore Bancheri, direttore del Dipartimento di Italiano a Toronto, Emmanuel Nikiema, direttore del Dipartimento di Lingue a Mississauga, e Gabriella Colussi Arthur del Dipartimento di Lingue, letterature e linguistica a York, sono seguiti due interventi. Nel primo, la professoressa Silvana Ferreri dell’Università della Tuscia ha presentato la storia linguistica dell’Italia attraverso il ruolo dei media nella diffusione e trasformazione della lingua. A seguire, alcuni rappresentanti di media statunitensi e canadesi rivolti ai parlanti di lingua italiana si sono confrontati in una tavola rotonda moderata dal poeta Corrado Paina.

Social media e didattica

Il pomeriggio è stato dedicato all’utilizzo didattico dei social media. Dapprima ha preso la parola la professoressa Enza Antenos che insegna alla Montclair State University in New Jersey. La professoressa è stata una vera e propria pioniera dell’utilizzo didattico di Twitter: nei suoi corsi di italiano, lo ha utilizzato a partire dal 2008. Inoltre, è stata la prima a scrivere articoli accademici dedicati all’uso di Twitter a scuola. “Micro-blogging on Twitter: Social Networking in Intermediate Class” è stato pubblicato nel 2009 nel volume The Next Generation: Online Collaboration in Foreign Language Learning curato da Lara Lomicka e Gillian Lord. “Evolving Pedagogies for Teaching Italian: Che c’è di nuovo?” è stato invece presentato al primo incontro della Italian Teachers Association of New Jersey nel settembre 2010. Dopo aver descritto le potenzialità di Twitter per la didattica, la professoressa ha mostrato alcuni dei progetti dei suoi studenti. Anche lei ha sfruttato la rapidità e la sintesi dell’interazione su Twitter, chiedendo ai suoi studenti di creare un account apposito diverso da quello che avevano già sul social network e poi facendoli interagire in italiano. In questo modo, ha potuto approfittare del social per fare pratica di scrittura, lessico e grammatica. Usare una seconda identità, inoltre, garantiva ai suoi studenti di lavorare con più tranquillità: erano sul “palcoscenico” di Twitter ma nessuno dei loro contatti abituali li conosceva.

Qui il suo racconto della conferenza di Toronto. 

Betwyll: dalla teoria alla pratica

Dopo l’intervento della professoressa Antenos, Iuri Moscardi ha presentato Betwyll, raccontandone storia e finalità, soprattutto in ambito educativo e didattico. Fin dal progetto #TwSposi del 2013-14, il metodo TwLetteratura si è dimostrato molto utile a scuola. Con Betwyll, le finalità didattiche trovano ancora più spazio. Innanzitutto, la app può adattarsi totalmente alle esigenze dell’insegnante, rivelandosi un ottimo strumento da utilizzare sia in classe sia a casa per i compiti. Inoltre, permette di creare classi virtuali dove sperimentare con gli studenti, dando vita a una vera e propria learning community. Una community che, nei primi mesi del 2019, dovrebbe svilupparsi anche a Toronto, coinvolgendo le tre università in un progetto di lettura e commento di Io non ho paura di Niccolò Ammaniti. Il testo verrà letto su carta o su ebook, per essere poi commentato sulla app, dove saranno pubblicati dei riassunti.

Il momento più divertente e utile è stato la prova pratica della app sul primo capitolo del romanzo. L’attività di social reading ha infatti permesso di toccare con mano le potenzialità di Betwyll, suscitando curiosità nei presenti: docenti, ma anche dottorandi e studenti di italiano delle università cittadine.

La lingua italiana nel mondo

In chiusura, l’intervento finale del professor Salvatore Bancheri ha tracciato un bilancio dello studio dell’italiano nel mondo. Un bilancio fatto di luci e anche di ombre, ha sottolineato il professore esaminando i dati presentati durante gli Stati generali della lingua italiana e riguardanti il numero dei parlanti italiani nel mondo. Sebbene la nostra lingua si confermi come la quarta più studiata al mondo, per un totale di quasi 2 milioni e 200 mila studenti in 115 Paesi, è anche vero che nel Nord America c’è purtroppo stato un calo significativo, sia a livello universitario che delle scuole elementari e medie. Nonostante il fascino che l’italiano – lingua del cibo, della cultura, della moda – continua a esercitare, è però evidente che la semplice attrazione non basta a mantenerne vivo l’uso e soprattutto la conoscenza. In Paesi come il Canada e gli USA le persone di origine italiana sono molte, ma – come per ogni altra migrazione – l’uso della lingua si disperde nel giro di circa tre generazioni. Vanno quindi cercate nuove soluzioni educative, prima di tutto nella scuola: difendendo quindi i dipartimenti che offrono corsi di italiano e promuovendo la presenza della lingua attraverso i mezzi più capillari che, soprattutto tra i più giovani, passano quasi sempre attraverso la tecnologia digitale. Per questo, speriamo che l’uso di Betwyll possa costituire un aiuto e un incentivo agli studenti canadesi.

La giornata del 19 ottobre ha cercato di trovare soluzioni pratiche per mantenere vivo lo studio e la conoscenza dell’italiano, sia tra i membri dell’originaria comunità italiana sia tra nuovi appassionati. Come questi anni di sperimentazioni hanno confermato, uno dei punti di forza maggiori di Betwyll è di essere percepita come uno spazio dove imparare partecipando e divertendosi. Il nostro augurio è che anche gli studenti canadesi, quando lo sperimenteranno nel 2019, possano percepirlo come uno strumento utile e agile per scoprire – o riscoprire – la lingua italiana in un contesto innovativo.

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