Il #Senso del social reading

Il racconto di #Senso, progetto di social reading con l’Università di Edimburgo proposto dai professori Marco Palone e Carlo Pirozzi ai propri studenti di italiano.

#Senso, il progetto di social reading dedicato all’omonimo racconto di Camillo Boito, si è svolto su Betwyll dal 26 settembre al 2 ottobre. I risultati del progetto sono stati presentati all’Istituto Italiano di Cultura di Edimburgo, in occasione della XVIII Settimana della lingua italiana nel mondo. Abbiamo chiesto ai due professori di raccontarci come è andata. 

#Senso: l’italiano a Edimburgo

Nelle scorse settimane, professori Marco Palone e Carlo Pirozzi – aiutati dal collega Alessandro Calbiati – hanno proposto la lettura e il commento di Senso agli studenti del corso di italiano avanzato dell’Università di Edimburgo. Un’idea nata sul filo conduttore della Settimana della lingua italiana 2018:  “L’italiano e la rete, le reti per l’italiano”Il progetto era aperto a tutta la comunità degli utenti di Betwyll, aggregando così parlanti madrelingua e studenti che stanno studiando l’italiano. I risultati di questa sperimentazione sono stati presentati il 16 ottobre all’Istituto Italiano di Cultura di Edimburgo, a margine della lecture “L’italiano (e le sue varietà) nella rete: problemi descrittivi e aspetti di carattere generale”  tenuta da Paolo D’Achille, professore di Linguistica presso l’Università degli Studi Roma Tre.

“La sala dell’istituto era stracolma e tutte le iniziative hanno avuto un pubblico attento. Di #Senso è stata molto apprezzata la novità da colleghi che non conoscevano il progetto: il suo successo può essere testimoniato dalla numerosa partecipazione di lettori che hanno accettato di giocare (più di 200)”.  Il prof. Palone ha introdotto #Senso presentando la metodologia impiegata e alcuni dei progetti presenti sulla app, come #Ventotene e #TwCostituzione. Ha inoltre spiegato come ha affrontato la fase preparatoria: l’introduzione didattica e metodologica sono infatti passaggi fondamentali per consentire una piena e soddisfacente partecipazione degli studenti. 

Una lettura partecipata e divertente

Su Betwyll, #Senso ha totalizzato 1071 twyll in 5 giorni di lettura. “Seppure impossibilitati a rileggerli tutti, abbiamo individuato alcune tipologie di commento”, dicono i professori. “In particolare, abbiamo notato come prevalga nei commentatori la tendenza all’immedesimazione. Se l’immedesimazione li portava a identificarsi inizialmente in Livia, la contessa protagonista del racconto, una tendenza più generale – evidenziata da numerosi commenti – dimostra la partecipazione emotiva alla vicenda, soprattutto nel rapporto tra Livia e Remigio nonché nei confronti dell’avvocatino”.

Betwyll è stata scelta per “l’idea di fare un’esperienza di lettura partecipata, interagire con altri parlanti in italiano, suddividere il testo in piccole porzioni e affidarle al commento e alla discussione. Siamo convinti dell’importanza della dimensione collettiva e partecipata della letteratura”. Più in particolare, “se l’insegnamento prevede anche una dimensione di gioco collettivo per attivare una comprensione personale e stimolare una discussione divertente, allora Betwyll e la twitteratura rappresentano uno strumento, una piattaforma utile, intelligente ed efficace per avvicinare gli studenti alla letteratura”. 

Gli studenti e il lavoro su Betwyll

Nel progetto sono stati coinvolti 26 studenti dell’ultimo anno di università che studiano italiano insieme a un’altra lingua o un’altra materia, come storia o storia dell’arte. A questi si è aggiunta la partecipazione dei dottorandi, uno dei quali studioso proprio di Senso. Il progetto è stato inserito in un corso dove il professor Pirozzi insegna composizione e una collega traduzione dall’inglese all’italiano.

Gli studenti hanno lavorato inizialmente in classe. “Durante le due lezioni da 50 minuti – spiega il professor Pirozzi – ho simulato un’esperienza di social reading provando a leggere alcuni paragrafi del testo, a commentarli e a discuterne insieme agli studenti. Li ho poi lasciati liberi di lavorare da soli per scrivere i loro primi twyll, che abbiamo letto in classe per un breve confronto. Sicuramente il testo è risultato un po’ difficile. Gli studenti però sono stati aiutati dai twyll dei madrelingua italiani che stimolavano una risposta o un commento aggiuntivo, o più semplicemente una lettura. Gli aspetti positivi di Betwyll sono stati la sensazione di una vera e propria lettura corale di un testo accompagnato da un paratesto sempre in fieri, che hanno stimolato il lettore-studente a condividere la propria opinione giocando e interagendo con una comunità online di lettori”.

La lettura come atto collettivo

Riguardo all’interazione con la community di Betwyll, per il prof. Pirozzi “l’idea che fosse un progetto aperto è stata vincente. I nostri studenti, non madrelingua, ne hanno beneficiato perché hanno letto testi brevi in italiano, hanno compreso i commenti e si sono sentiti più liberi di partecipare con i loro elaborati”. Anche se, a volte, trovarsi in presenza di madrelingua li ha frenati per paura di commettere errori.

#Senso, confermano i professori, “ha avuto un buon riscontro di pubblico, anche se purtroppo i nostri studenti non hanno partecipato quanto avremmo voluto. Secondo loro, il testo a volte era difficile”. Allargando invece lo sguardo alle finalità complessive del progetto, i professori hanno aggiunto che si è trattato di “un ottimo modo di promuovere la lettura e di trasformarla in un atto collettivo”. 

Marco Palone

Insegnante

Nato a Roma, si è laureato in Lettere Classiche presso l’Università “La Sapienza”, presso cui ha anche conseguito la Laurea in Conservatore di Manoscritti e Lingue Orientali. Di ruolo dal 2000, ha insegnato materie letterarie nei licei. Dopo un periodo di ricerca (2013-2016) per dottorato a Friburgo, dal 2016 insegna come lettore ministeriale all’Università di Edimburgo. Coltiva anche una passione per la scrittura e si interessa di scrittura creativa.

Carlo Pirozzi

Insegnante

Dopo aver conseguito il dottorato di ricerca in Italia (Chieti-Firenze), si è trasferito a Edimburgo dove ha proseguito gli studi con due diverse borse post-dottorato. È stato poi ricercatore nel Dipartimento di italiano della St. Andrews University (2014–2016) e nel 2017 ha raggiunto l’Università di Edimburgo, dove insegna lingua e letteratura italiana presso il Dipartimento d’italiano. Ha tenuto molti corsi di lingua e cultura italiana, a diversi livelli di studenti, in Italia e in Scozia.

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